UN’OPERA COMPLETA
Oltre cento splendide miniature ornano questo sontuoso manoscritto,
particolarmente prezioso perché tra i pochi a illustrare in modo esauriente
le tre cantiche del poema dantesco.
La Divina Commedia più ricca di sempre.

Questo eccezionale manoscritto della Divina Commedia, riccamente decorato con oltre cento splendide miniature e con iniziali istoriate poste in apertura di ogni cantica, fu scritto e miniato in Toscana intorno alla metà del XV secolo per conto di un illustre committente, il Re di Napoli Alfonso d’Aragona, detto il Magnanimo.

Il corredo di miniature della Divina Commedia è opera di due diversi artisti, entrambi senesi: Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta, autore di tutti i capilettera e delle scene dell’Inferno e del Purgatorio, miniate tra il 1442 e il 145o, e Giovanni di Paolo, che nella decorazione del Paradiso traduce in atmosfere fiabesche e irreali la sua trasognata e assorta dimensione spirituale.

Caratteristiche dell’opera.

Riproduzione integrale del codice Yates Thompson Ms. 36 della British Library di Londra

  • Un tomo di 396 pagine, formato cm 28 x 39
  • Stampa con speciale retino stocastico con riproduzione degli ori in lamina, in polvere e delle bulinature a secco
  • Legatura realizzata interamente a mano, con copertina in legno rivestita in velluto di seta pura
  • Decori in argento dorato e medaglione in argento massiccio con smalti policromi
  • Tiratura di 750 copie numerate e certificate
  • L’opera è accompagnata da un esauriente volume di Commento curato dalla professoressa Milvia Bollati, dell’Università Cattolica di Milano
Il committente

Alfonso d’Aragona.

Un grande Re mecenate.

Alfonso V d’Aragona, detto il Magnanimo, dopo quasi 4 anni di guerra contro Renato d’Angiò divenne Re di Napoli nel 1442 come Alfonso I. Ereditò un regno allo stremo, ma in breve la situazione cambiò radicalmente, soprattutto a seguito di imponenti interventi urbanistici.

Alfonso fu un importante mecenate durante l’Umanesimo, e diede grande impulso alla cultura del regno. Sorse infatti in quegli anni l’Accademia napoletana, centro umanistico, gloria e vanto della Napoli letteraria.

La biblioteca impossibile.

La Divina Commedia di Alfonso d’Aragona fa parte della collana “La Biblioteca Impossibile”, la più autorevole e preziosa collezione di facsimili dedicata al Rinascimento. Un progetto unico per completezza e rigore scientifico inaugurato nel 1995 dalla Bibbia di Borso d’Este e proseguito, anno dopo anno, con la riproduzione di capolavori assoluti della miniatura: dalla monumentale Bibbia di Federico da Montefeltro al piccolo Libro d’Ore Torriani, dal sontuoso Lezionario Farnese alle celeberrime Très Riches Heures del Duca di Berry.

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